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VicenzaParise Goffredo Scrittore
Classificazione:Arte,Cultura
Fotografo:
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titolo:Parie, Goffredo
descrizione fisica:Pellicola - negativo bianco e nero f.to mm 60x60
Descrizione:
Data certa:1954-00-00
Collocazione: I-D-61-024
Nota d’Archivio: Con la stessa collocazione ci sono nell`archivio altre immagini della stessa serie.
Commento:Goffredo Parise nasce a Vicenza l`8 dicembre del 1929; la mamma Ida Wanda Bertoli, ragazza madre, cerca con grandi sacrifici di riempire il vuoto della mancanza del padre. Nel 1937 muore il nonno e la madre sposa il giornalista Osvaldo Parise, direttore del «Giornale di Vicenza»; il piccolo Goffredo, sempre alla ricerca di una figura paterna, gli si affeziona ed è ricambiato e Parise dopo otto anni lo riconosce come figlio.
Goffredo appena quindicenne partecipa alla resistenza in provincia di Vicenza; finita la guerra frequenta il liceo e in seguito si iscrive a vari indirizzi universitari senza arrivare mai a una laurea (sarà laureato «ad honorem» solo nel 1986 dall`Università degli Studi di Padova).
Tramite alcune conoscenze il padre adottivo lo introduce al mondo della carta stampata. Goffredo incomincia a scrivere per quotidiani come Alto Adige di Bolzano, l`Arena di Verona e il Corriere della Sera e in questo periodo il giovane capisce la sua vera passione: l`inclinazione a scrivere storie. Parise nel 1950 si trasferisce a Venezia e in una stanza in affitto scrive il suo primo libro, il «cubista» Il ragazzo morto e le comete, pubblicato dall`amico Neri Pozza (il quale però suggerisce cambiamenti che Parise si rifiuta di fare).
Dopo un`iniziale stroncatura sia dalla critica sia dal pubblico, Parise pubblica nel 1953 il libro La grande vacanza, con una lusinghiera recensione di Eugenio Montale sul «Corriere della sera»: « [...] affascinato dall`abilità di Parise e dal suo calarsi nell`infanzia senza modi nostalgici e crepuscolari»; questo libro viene definito nel 1968 da Carlo Bo autentica poesia.
Nel 1953 si trasferisce a Milano, dove lavora alla casa editrice di Livio Garzanti, e dove conosce Leo Longanesi che lo incoraggia a continuare a scrivere. Con il romanzo Il prete bello (1954), lo scrittore acquisisce grande notorietà non solo in Italia, ma, con decine di traduzioni, anche all`estero. Intanto, è diventato amico di Eugenio Montale e Domenico Naldini. Si sposa il 29 agosto 1957 con Mariolina Sperotti, detta «Mariola», giovane vicentina. Testimone di nozze è l`amico Giovanni Comisso.
Cominciano gli anni di spostamenti e viaggi. Tornando a Vicenza, incontra Guido Piovene, del quale diventa amico, scoprendo però di non voler più tornare nella sua città. Dopo una vacanza a Capri, è indeciso se tornare a Milano o a Venezia o andare a Roma, dove vive un altro amico, Carlo Emilio Gadda, del quale diventerà nel 1964 vicino di casa e da cui, in qualità di ingegnere, fu aiutato a scegliere l`appartamento al secondo piano di via della Camilluccia, 201 come raccontato in un simpatico aneddoto da Giosetta Fioroni al Corriere della Sera [1]. Nel 1956 pubblica Il fidanzamento e nel 1959 Amore e fervore (che poi verrà intitolato Atti impuri). Nel 1961 fa un lungo viaggio in America, dove Dino De Laurentiis vorrebbe che scrivesse un film per il regista Gian Luigi Polidoro. È insieme colpito e deluso da New York, ma soprattutto è affascinato dai viaggi e, appena uscito Il padrone (1965), visita la Cina, il Laos, il Vietnam, la Malesia, e di nuovo New York, Londra, Parigi, Giacarta, Tokyo, Mosca (reportage in parte raccolti postumi in Lontano).
La "Casa delle Fate", nel Gonfo del Piave a Salgareda, è l`ultima dimora di Goffredo Parise.
È ormai uno scrittore affermato e frequenta intellettuali, scrittori, registi e pittori nella Roma degli anni sessanta. Ma i suoi punti di riferimento sono Gadda, Moravia e La Capria e poi nel 1963 ha incontrato Giosetta Fioroni che considera la sua nuova compagna (con la moglie il matrimonio è naufragato da tempo). In occasione de Il padrone è passato da Garzanti a Feltrinelli, e qui pubblica anche Il crematorio di Vienna (1969). Intanto ha scoperto una casa nel bosco di Salgareda, nel trevigiano, e riesce a trovare il modo per comprarla. Escono I sillabari, il primo volume nel 1972 presso Einaudi e il secondo nel 1982 nella collana «Medusa» di Arnoldo Mondadori Editore, che raramente pubblica italiani, ma nella quale Parise voleva essere incluso perché vi aveva letto i suoi amati Ernest Hemingway e William Somerset Maugham, che sono i suoi principali riferimenti non italiani con Yasunari Kawabata e Truman Capote (ma anche Lev Tolstoj e Charles Darwin).
Nella primavera del 1979 ha un infarto. In estate scrive il romanzo L`odore del sangue, che sarà pubblicato postumo. Nel 1980, ristabilitosi, fa un lungo viaggio in Giappone che gli ispira «quell`interpretazione o meditazione sull`Estremo Oriente»[2] intitolata L`eleganza è frigida.
Sofferente di un`arteriopatia diffusa, gli vengono impiantati quattro bypass aorto-coronarici e alla fine del 1981 inizia un ciclo di dialisi che dura sei anni.
Nel 1986, malato e senza più forze per scrivere, detta una trentina di poesie a Giosetta Fioroni e a Omaira Rorato (un`amica che vive a Ponte di Piave, dove Parise trascorre gli ultimi giorni). Ricoverato all`ospedale Ca` Foncello di Treviso, alle 9 di mattina del 31 agosto 1986 non riesce a muoversi né respirare. Gli infermieri cercano di metterlo in una posizione più comoda; risultando inutili i loro tentativi, Parise li ferma dicendo "Non ne vale la pena" e muore.